Il Coronavirus ha sparato a bruciapelo sulla quotidianità di tutti: ha spezzato senza distinzioni, all’improvviso, la nostra routine di lavoro, amici, affetti. E passioni. Inevitabilmente, anche la nostra regolare attività corale si è dovuta interrompere, insieme a tutti i progetti che stavamo preparando con entusiasmo. Guai, però, a pensare che un nemico così vigliacco, perché invisibile, potesse davvero stopparci. Non è stato possibile incontrarci fisicamente come ogni martedì e giovedì, è vero, ma la voglia di fare musica è andata oltre. Anzi, questa sgradita sorpresa è stata l’occasione per intraprendere un nuovo cammino insieme, in vista del ritorno alla normalità. Prendendo spunto dal titolo del primo film dell’indimenticabile Massimo Troisi, il Musicanova ha “ricominciato da tre”. Abbiamo iniziato un percorso nuovo, basato su tre pilastri fondamentali, per prepararci al prossimo futuro con ottimismo.
STUDIO – Il lockdown ci ha reso le cose più complicate da un punto di vista organizzativo e logistico, è innegabile. Di fronte a una situazione di emergenza, però, abbiamo fatto di necessità virtù per “non perdere l’allenamento”. In fondo, un coro è a tutti gli effetti come una squadra di un qualsiasi sport di gruppo: per rendere deve restare in forma, avere delle motivazioni in vista di un obiettivo comune. Il nostro è tornare a esibirci: per inseguirlo, è stato necessario ridefinire il nostro programma di allenamenti. Le prove si sono spostate nelle nostre case, dove ogni corista ha potuto rivedere gli altri attraverso i nuovi mezzi che il web ci offre. Vocalità, studio di nuovi brani, lavoro sul singolo e sul collettivo: non ci siamo fatti mancare niente affinché, a chi aspetta il nostro ritorno in concerto, potremo dire sorridendo, e per dirla sempre alla Troisi, “Scusate il ritardo!”.
APPROFONDIMENTO – Temporaneamente, la nostra attività è cambiata nella sostanza, ma non nell’obiettivo che il nostro direttore, Fabrizio Barchi, da sempre ci insegna a perseguire: avere consapevolezza dell’enorme fortuna nel poterci misurare con composizioni che grondano bellezza. Per questo abbiamo deciso di dedicare parte delle nostre prove in “video chat” a delle lezioni sui grandi autori della coralità, con analisi approfondite dei loro brani che fanno parte del nostro repertorio. Un’occasione unica per entrare ancor di più in contatto con l’affascinante mondo della polifonia, e per poter apprezzarne meglio tutte le sue meravigliose sfaccettature. In tal senso si è orientata anche la scelta di approfondire, con lezioni ed esercizi, la complessità del linguaggio musicale e i collegamenti che la musica crea con altre discipline. Soltanto la completa consapevolezza di ciò che si fa, anche per passione, può rendere migliore il nostro lavoro. E noi lo stiamo facendo.
CONDIVISIONE – Tutti l’abbiamo capito poco dopo aver cominciato a cantare insieme: fare coro significa principalmente condividere. Vuol dire vivere non solo lo stesso spazio e la stessa porzione di tempo della giornata, ma soprattutto le stesse emozioni: la curiosità nel vedere un nuovo spartito da studiare, la soddisfazione di aver “imbroccato” la nota giusta, l’appagamento per un’esecuzione ben fatta, una sana risata per alleggerire. Tutto questo continuiamo a percepirlo: anche se il paragone con la normale vita corale è ovviamente impensabile, le nuove tecnologie stanno permettendo di non far mancare i nostri incontri settimanali che fanno parte da tempo delle nostre vite. Non solo: condividere è anche raccontarsi a chi ci circonda e ci segue con affetto, svelando lati meno conosciuti e divertenti della nostra vita. Così abbiamo fatto sulle nostre piattaforme social per raccontarvi la nostra quarantena, e così continueremo a fare per ricordarvi sempre che ci siamo. E che torneremo presto, molto presto.