Passio Caeciliae

L’antico testo della “Passio Caeciliae” riporta una cronaca leggendaria del martirio di Cecilia, figlia di una nobile famiglia romana martirizzata, secondo la tradizione, alla fine del II secolo, proprio nella sua casa. Elementi storici e leggendari si intrecciano dando vita ad una storia stupenda dove la verginità e l’innocenza di Cecilia, unite alla sua fede e al suo amore per i poveri, catturano il cuore di Valeriano suo sposo, che attraverso Cecilia conosce la fede cristiana, si fa battezzare e accetta la verginità e il martirio. Cecilia è una creatura fatta di luce e di amore, un capolavoro stupendo di innocenza e giovinezza che profuma di cielo. Il suo martirio è terribile, eppure è il suo più bel canto d’amore a Cristo.

La Cantata sacra si svolge in 9 quadri che descrivono, il cammino di Cecilia attraverso il susseguirsi delle sue Vicende terrene e mistiche così come narra l’antica “Passio Caeciliae”. Dopo l’introduzione Cantantibus organis, l’antica antifona dei Vespri della solennità della martire, in cui si cantano le nozze mistiche di Cecilia, il quadro successivo, Le nozze, racconta l’episodio delle nozze terrene di Cecilia con Valeriano. La giovane svela al suo sposo la sua vocazione straordinaria all’amore totale per Cristo e della Visita quotidiana di un Angelo misterioso. Segue un brano corale il Salmo 45, uno stupendo epitalamio regale che racconta le nozze del Re di Israele con la giovane regina che viene da un paese lontano. Qui diventa quasi una serenata che l’Angelo offre alla giovane Cecilia. Il quarto quadro racconta l’evento del Battesimo del giovane Valeriano convertito a Cristo dalle parole e dall’innocenza di Cecilia. 

Solo dopo il suo battesimo Valeriano potra‘ vedere l’Angelo con le sue ali luminose. Ma ecco che una furiosa Persecuzione scuote i cristiani di Roma e si abbatte su Valeriano e Cecilia. Il giovane e suo fratello vengono uccisi, mentre Cecilia esorta i martiri a compiere con fede il loro ultimo cammino esortandoli: Eia milites Christi, Coraggio, soldati di Cristo. Segue dunque il Martirio di Cecilia, che dopo i tre colpi di spada non muore, rimanendo per tre giorni tra la morte e la Vita. Lux in tenebris lucet; la sua luce splende tra le tenebre mentre la giovane canta con la sua morte il suo amore. La Cantata si conclude con una tenera “berceuse”: Cecilia muore cantando il suo amore a Cristo e si addormenta in lui, proprio come l’ha raffigurata Stefano Maderno nel celebre marmo custodito nella Basilica di S. Cecilia in Roma e che la ritrae cosi come apparve nel 1599 quando fu fatta la ricognizione del suo corpo. Questo canto d’amore vola sul mondo, vivo e palpitante in tutte le creature, che si lasciano illuminate dalla bellezza dell’Amore.