Caro 2021,

con la (mala) sorte e con il tempo ormai abbiamo un credito molto ricco, e per questo capirai subito i motivi delle nostre richieste. Ci stiamo liberando finalmente di quest’anno che finirà sui libri di scuola, e di cui parleremo ai nostri figli tutt’altro che con nostalgia. 366 giorni quasi tutti di non-vita, in cui abbiamo potuto soltanto assaggiare piccoli bocconi di socialità, di serenità, ma anche e più semplicemente di quella routine di cui ormai stiamo dimenticando momenti e spazi.

Idee, programmi, progetti: tutto in fumo, tutto beffardamente travolto da qualcosa di più grande di noi e che mai ci saremmo sognati potesse accadere, nemmeno nei peggiori incubi. Tramortiti da un cazzotto nello stomaco, anche la nostra comunità corale ha fatto fatica a riprendersi. Nonostante tutto, non abbiamo mai pensato di gettare la spugna. Arrendersi al tumulto degli eventi non è nel nostro stile.

Abbiamo dovuto capire come portare avanti la nostra attività, adeguandola alle circostanze per darci forza e sostegno reciproco e, soprattutto, per farci trovare pronti non appena sarebbe stato possibile ritornare alle nostre amate prove. Dopo l’estate siamo ripartiti, in sordina e senza proclami, ma determinati a riprendere i fili di un discorso bruscamente interrotto a marzo.

Poi, la seconda ondata: un’altra mazzata e ancora una volta tutto fermo, senza sapere fino a quando. Non è stato possibile salvare neanche gli appuntamenti natalizi, i momenti in cui la nostra vita associativa si esprime in tutta la sua vivacità, tra atmosfere magiche e il calore di un augurio condiviso in musica. Niente. Quest’anno il totale di concerti realizzati è stato un amarissimo zero.

Capisci, quindi, caro 2021, di cosa abbiamo bisogno? Di rivederci, di riascoltarci, di condividere il nostro tempo insieme, di guardarci nuovamente addosso quel vestito o quella cravatta blu che indossiamo con orgoglio quando dobbiamo esibirci; di riabbracciarci e riabbracciare il nostro pubblico che ogni volta attende con gioia l’inizio di un nostro brano, per poi applaudirci un attimo dopo la sua conclusione; di quell’inchino alla fine di un concerto per ringraziare chi ha scelto di venire ad ascoltarci. Per noi tutto questo non è poco, anzi, è una parte fondamentale della nostra vita di cui abbiamo tutto il diritto di riappropriarci.

Ormai è cosa certa, o almeno così pare: sarai l’anno del vaccino, dell’inizio della rinascita che tutti stiamo aspettando con ansia e trepidazione dopo questo buio che ci è sembrato infinito. Noi, per fortuna, nonostante i tanti colpi che quest’anno disgraziato ci ha inferto, abbiamo già l’anima immune da qualsiasi virus grazie al più potente degli antidoti: l’amore per il cantare insieme, una passione che è sempre pulsante dentro di noi e che non vede l’ora di tornare a rendere più ricche le nostre vite e quelle di chi ci segue con affetto.

Perciò, benedetto anno nuovo, adesso sai cosa fare. Le felpe, le cravatte e gli abiti blu sono già pronti. Ci basterà solo un tuo segnale per scatenare… l’armonia delle nostre voci. Non stiamo aspettando altro.

Con fiducia e ottimismo, Il Coro Musicanova